giovedì 12 novembre 2009

Storie di calcio vissute - Parte 1°

Come avviene in tutti i giornali che si rispettano, anche noi vogliamo aprire una nuova rubrica nella quale racconteremo storie di calcio realmente vissute, quelle che si raccontano nei bar, nei circoli sportivi, negli spogliatoi e che contribuiscono a fare del calcio lo sport più bello del mondo. E' capitato ad ognuno di noi di sentir narrare, o durante una trasferta o nel bel mezzo di una cena, vicende eroiche che riguardano persone a noi conosciute, raccontate in modo così sentito e dettagliato che sembra di averle vissute in prima persona nonostante non fossimo presenti. Sono storie oramai raccontate un milione di volte ma che ogni volta vengono arricchite da qualche particolare in più che le rendono sempre un pò diverse e comunque affascinanti.

Oggi volevo raccontarvi quella del nostro mister in contumacia, Mario-Daniele "Ghito" Ghitali, accadutagli quando ancora giovane e prestante calcava i campi da gioco della provincia di Reggio. Immaginate la scena: campo di calcio della bassa reggiana, terreno pesante, leggera nebbiolina tipica delle due di pomeriggio, un freddo così umido che ti entra nelle ossa; due squadre che si fronteggiano sul campo da gioco, impavide, consapevoli che sarà una battaglai senza esclusione di colpi.
Mario-Daniele si vede dare il numero 4, quello dello stopper, quello del giocatore che deve marcare la punta avversaria, quella più pericolosa, quella che fa sempre goal e che ti metteva sempre in difficolta. Lui sa che il Mister ha riposto tutte le sue speranze su di lui e infatti immagino la scena di Mario-Daniele che lo guarda e gli dice:"Io ho fiducia in te Mister e tu devi avere fiducia in me... Insieme possiamo vincere la partita". Per due gladiatori del calcio bastano poche parole per capirsi.
Usciti dagli spogliatoi è un tripudio di bandiere coi colori avversari che garriscono nel vento gelido della domenica di sangue, la folla sugli spalti percepisce l'odore della battaglia e comincia il loro personale scontro con l'eroe di Sassuolo: lo insulta, lo denigra, lo schernisce in quanto modenese,ma lui, orgoglioso, non batte ciglio.
L'arbitro fischia il saluto nel mezzo del campo e un boato assordante si scaglia in cielo.
Chi, amante della sfida, non si vorrebbe trovare in mezzo a questa lotta...??
Chi, adoratore della palla rotonda, non vorrebbe giocare queste partite...??
Chi sennò il nostro moderno Leonida non avrebbe voluto essere proprio lì...??
La vita spesso si riassume in pochi monenti veramente degni di essere vissuti; e questo Mario-Daniele lo sa e lui certe battaglie le vuole vivere, decide che ora di fare un'altro giro sulla giostra della vita, che se deve soccombere lo farà da gladiatore e non da spettatore.
Il sole fa capolino dalle nuvole grigie e illumina il suo volto; un respiro profondo riempie la sua anima di coraggio; ancora una battaglia, ancora una.....
Fischio d'inizio e già la partita entra nel vivo con continui colpi di scena e occasioni da entrambe le parti; il nostro eroe non perde mai la testa, marca assiduamente la punta avversaria, non gli lascia spazio per le sue giocate, anzi è sempre in anticipo e lo costringe spesso a conclusioni senza nulla di fatto: insomma, come si dice in questi casi "non vede mai la boccia...!!".
Frustrato dalla situazione decide di utilizzare l'ultima mossa azzardata che può fare un attaccante: metterla sulla rissa per innervosirlo e portarlo a commettere falli stupidi.
Così durante un'azione a metà campo, ecco provenire uno spiovente dritto verso di lui e il nostro eroe: tutti e due saltano per colpire di testa ma l'attaccante allarga le braccia e con il gomito lo colpisce al volto.
Nonostante il tremendo impatto, non un urlo di dolore esce dalla sua gola e nemmeno una parola di sconcerto veniva proferita dalla sua bocca, ma soltanto uno sguardo glaciale si legge sul suo volto, uno sguardo che sa di vendetta e di rivincita. Mario-Daniele sà che è inutile parlare, che il gioco del calcio è fatto anche di scorrettezze. Lui che ama il calcio maschio ma leale sa che un uomo, quando si vede battuto e non vuole perdere, può essere pervaso dal demone della paura, un demone che ti porta a tenere un comportamento totalmente scevro di ortodossia sportiva.
Lui lo sa, e ha già capito quale sarà l'epilogo.
Il caso vuole che arriva una seconda palla verso l'area, un cross che andava nella loro direzione come il precedente. Memore di quello che era successo, il nostro eroe salta con tutte le sue forze e nel colpire la palla restituisce pan per focaccia sulla nuca il suo avversario. Arrivati a terra, la punta, sgomenta per il comportamento del nostro eroe, si gira verso Ghitali e gli sussurra: "Ghitali, hai trovato pane per i tuoi denti..."
E lui con sorriso beffardo: " E te tè catè al fùrnér...."
Non sto neanche a dirvi come è finita la partita..... Certe storie si possono solo sognare e i sogni ognuno li finisce come crede.

1 commento:

  1. I tifosi vogliono sapere!!!!! Oggi tutti mi chiedevano di Paulista, detto "Cannabis"...... La curva vuole avere rassicurazioni sulle condizioni di Paulista dopo la ferita di ieri.

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